Abbracciarsi è un atto fisico: bisogna aprire le braccia, e “avvolgere” l’altro all’interno del proprio spazio fisico, psicologico, spirituale: “Tu sei parte di me”.
L’abbraccio è un gesto antico che riflette la vicinanza e l’intimità nella coppia, raccontano sensazioni, emozioni, sentimenti; il desiderio, il coraggio, l’amore per ascoltarsi e ascoltare, coinvolge lo spirito nell’integrità con la mente e il corpo. L’abbraccio é la riflessione, la linfa di vita. E’ entrare in contatto con la pelle, il petto, la pancia, i genitali: è uno scambio con l’altro, è la vulnerabilità di sé, si avverte il calore, il respiro, la vitalità dell’altro.
Il corpo comincia a svelarsi: se è teso, rilassato, aperto, chiuso, freddo, caldo, vicino, distante, accogliente … E’ sentirsi e sentire l’altro senza le parole, i pensieri, i pregiudizi.
Occorre essere disponibili a essere parte di un rapporto esclusivo basato sulla fiducia. Tenere abbracciato una persona è comunicazione e il contenuto varia dalla modalità dell’abbraccio, è intimità, volontà di vivere non è freddo e sfuggente. La messa in comune del mondo interno, dei sentimenti che si sta provando in quel momento: gioia, dolore, preoccupazione, commozione, tenerezza, sogno … Dà accoglienza, respiro, annulla la rigidità, rigenera, risolvere un conflitto, apre la comunicazione e la chiude.
Dopo aver tenuto, non bisogna trattenere, le braccia si devono aprire per lasciare andare la persona e l’intimità evolve in una comunicazione più raffinata, perché abbracciare non è possesso, dipendenza patologica, confusione di identità.
Nell’abbraccio si mettono dei confini all’emozione, le ridimensiona, le rassicura, consente a chi è preda di tale vissuti di ritornare “in sé”, di essere presente a se stesso/a, alle proprie potenzialità che sembrano momentaneamente dissolte.
Nell’abbraccio si riconferma la reciproca desiderabilità e attrazione: “Ti desidero”, “Mi piaci”, “Voglio stare con te”, quindi l’essere riconosciuti e ancora scelti per quello che si è, stimola la coppia relazionale ad accrescere l’intimità e a essere propositivi nell’ambiente circostante.
L’abbraccio risveglia l’emotività del bambino interiore in ciascuno di noi, la conserva sulla pelle, memorizza l’essere stati tenuti in braccio da piccoli, riporta all’accudimento, all’affetto dei suoi cari. L’abbraccio può anche fare riaffiorare fraintendimenti, paure, risentimenti vissuti nel rapporto coi genitori; è un’occasione per curare le ferite rimaste aperte, perdonarsi e perdonare per un futuro.
I momenti “storici” di certe relazioni sono preparati e siglati dall’abbraccio: innamoramento, fidanzamento, matrimonio, nascita… partenze, arrivi, addii.
Nell’abbraccio c’è, simbolicamente, la ricomposizione delle parti, l’unità del tutto, dare e ricevere, attivo e passivo …
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