L’abuso è fisico, emozionale,mentale e verbale. La violenza fisica è ovvia, gli altri tipi di abuso sono più sottili e molto difficili da rilevare. Ci sono parole, azioni, comportamenti, interazioni che nessuna legge punisce, ma che possono risultare ancor più invalidanti di una ecchimosi o di uno sfregio,perché feriscono, tagliano e segnano in modo indelebile la coscienza.
La provocazione continua e persistente, l’offesa, la denigrazione, l’umiliare, l’ossessionare, la svalutazione, il privare della privacy, la coercizione, il ricatto, il silenzio, la privazione della libertà, il riempire di responsabilità, la menzogna, la carenza nel lato economico, la noncuranza, la trascuratezza fisica e affettiva, l’esclusione dalle decisioni importanti della famiglia, lamanipolazione dei sensi di colpa, sono esempi in cui si manifesta la violenzapsicologica. Una persona vicina, che amiamo, e dalla quale non ci aspettiamo unsimile comportamento. Quando ce ne rendiamo conto siamo già impigliati nellaragnatela che ha costruito intorno a noi. Ovviamente la vittima non ha sesso;può essere sia un uomo che una donna.
Inizia con un’osservazione casuale su una questione banale, come il cuscino riordinato male, riporre i piatti in lavastoviglie o portare la macchina dal meccanico. Quella persona accuserà e farà sentire male il suo interlocutore.
Chi è accusato tenta di difendersi, ma ciò non l’aiuterà perché l’accusatore non ha la capacità di capire o risolvere il problema, lui vuole semplicemente attaccare. Il suo obiettivo non è che l’altra persona lavi i piatti o porti la macchina dal meccanico, queste sono solo delle scuse per iniziare il gioco della manipolazione e dare libero sfogo alla sua rabbia.
Chi agisce la violenza psicologica sull’altro che lo utilizza come bersaglio su cui scaricare i propri conflitti interiori, o lo ritiene un oggetto che deve essere posseduto per mantenere un’illusione di potenza;è un individuo che ha bisogno di sentirsi migliore, è un debole che cerca una vittima per sentirsi forte, è frustrato, è un incapace o si sente incapace,così proietta sull’altro la propria incapacità.
Ogni relazione presuppone una reciprocità, il rispetto per la persona e i bisogni dell’altro, il riconoscimento dei suoi diritti. Molte persone si sentono insicuri contro la sicurezza e sviluppano una rabbia che negli individui deboli e disturbati sfocia nella violenza.
E’ molto più semplice dare la colpa a se stessi/e, di non amare abbastanza, di non sopportare abbastanza: chi è vittima sviluppa meccanismi di difesa per non vedere una realtà che sente troppo dolorosa. Ma questa negazione produce uno stato di ansia fortissimo, che può sviluppare in irritabilità, agitazione o depressione, mancanza di volontà.
La vittima di queste forme di abuso si sente inadeguata, non ha autostima, accetta continue umiliazioni, ha una visione distorta della realtà, dubita di sé, pensa di dover accettare i comportamenti dell’altro, di doversi rassegnare, per non mettere in pericolo la famiglia.
- L’aggressore cerca di manipolare, presenta informazioni false per far dubitare della salute mentale dell’altro. L’aggressore nega ed crea situazioni ambigue che disorienta. In questo modo finiamo per dubitare anche di quello che abbiamo detto un minuto prima.
- Anche il silenzio può essere usato come tattica di abuso emozionale, l’indifferenza associata causa profonde ferite emotive, perché aumenta il livello di ansia nella vittima, ma danneggia gravemente la sua autostima e provoca insicurezza. L’aggressore lo utilizza per punire la vittima. Fino a quando l’altra persona non ne può più e finisce per scusarsi di qualcosa che non ha fatto. Così l’autore raggiunge il suo obiettivo: dominare e manipolare giocando con le emozioni.
- La proiezione è un meccanismo di difesa, attribuiamo agli altri desideri e sentimenti che ci appartengono, ma non riconosciamo come propri. Distorcerebbero l’immagine che abbiamo di noi stessi, li proiettiamo sugli altri e saranno più sollevati. La persona proietta sulla vittima le proprie insicurezze, paure e problemi. Accusa l’altra persona di mentire,quando è lui che mente. Scarica la sua responsabilità sull’altro, per creare confusione e cambiare l’immagine che ha di sé.
- Raramente ricorre all’aggressione e alla violenza, o almeno non in modo evidente, perché lo scopo principale è quello di manipolare la vittima senza che la sua immagine risulti danneggiata. Pertanto, spesso ricorre a intimidazioni nascoste. La conversazione ha minacce indirette, fa capire alla sua vittima quali sono le conseguenze delle sue azioni e sottolinea che la responsabilità è solo sua.
- Il manipolatore ricorre al vittimismo, scarica le sue responsabilità sull’altro. La lite finisce facendo sentire dispiaciuti anche quando non abbiamo fatto niente di sbagliato. Genera un senso di colpa che mantiene la vittima nella sua ragnatela. L’empatia ci fa cadere nella sua retee siamo più propensi a cedere alle sue richieste. La manipolazione emozionale è un gioco molto pericoloso, c’è sempre qualcuno danneggiato. Spesso le si utilizzano inconsciamente.
Tutto ciò richiede un forte investimento di energia e coraggio da parte di tutti vittima e aggressore!!!!
Scritto dalla dott.ssa Elena Conter
presso LO SCRIGNO DI CONTER
Via Caionvico, 1a Brescia Tel 3383283633
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