LE PAROLE SONO COME PALLOTTOLE!!!

2 paloo“Le parole sono come pallottole!!!” diceva Ludwig Wittgenstein, perché la potenza della parola è molto energica potrebbe colpire e affondare, figuriamoci l’effetto sui nostri bambini. Non possiamo dire certe cose ai nostri figli perché potremmo inclinare la loro autostima. Noi genitori dobbiamo prestare più attenzione e pensare alle conseguenze che subiscono i figli, anche perché loro sono più vulnerabili.

Di regola i figli si fidano ciecamente dei propri genitori, non dubitano, non pensano che i genitori possono sbagliare o dire cose sgradevoli fino a colpire i bambini.

Dobbiamo stare attenti a non togliere ai nostri bambini la voglia di prendere iniziativa nel futuro. Non bisogna dire ai nostri figli “non sei capace, faccio io!!”. Questo intercalare comunica ai figli una sensazione di incapacità. Invece bisogna lasciarli fare anche se sbagliano, anche se le cose non vengono bene, per mettere le radici all’essere autonomi nella vita adulta.

Alle volte per farli smettere di piangere o di calmarli, gli si concede quello che vogliono … sbagliato! Accettare le richieste a queste condizioni: con un no, un pianto, delle preghiere e le lamentele, significa ottiene ciò che vogliono. I genitori perdono la pazienza molto facilmente, o i figli sono troppo eccessivi. Imparano che il NO non è un no definitivo e non danno pesi coerenti alle parole. Il No deve essere un NO fermo e sicuro, ma soprattutto essere coerenti.

Dobbiamo essere dolci e premurosi, non bruschi e non bisogna pretende di farli smettere immediatamente il gioco, diamogli il preavviso di 5 minuti. Questo per non farli sentire impotenti e privi di diritto. La reazione del bambino sarà quella di protestare ancora di più. “Non farlo mai più! Ti farò pentire!” sono minacce decisamente inappropriate per dei bambini.

Ricordiamo che i bambini capricciosi, arrabbiati, imbronciati sono sulle difensive, quando sono nervosi o in momenti delicati non sono disposti a sentire i rimproveri anche se positivi e carini.

Ricordiamoci che siamo noi genitori che insegniamo a loro gli stereotipi, quindi evitiamoli. “I maschi si comportano così … e le femmine cosà”.

Un’altra frase delicata da evitare è “questa cosa è una stupidaggine!”. Probabilmente questa “cosa” per loro ha un valore molto più importante, è il loro mondo, e dimostrare poca attenzione li fa sentire male.

Le conseguenze sono molto pesanti perché toccano punti come la fiducia, quindi prestate loro tempo, ascoltateli, imparate a conoscere i gusti dei vostri figli e se necessario dispiacetevi sinceramente con loro così potete anche consolarli.

Molte sono le frasi che fanno danno, classificare con degli aggettivi negativi i nostri figli come sei cattivo, lento … feriscono il bambino nella sua intera persona, non colpiscono il comportamento sbagliato che ha avuto quella volta. Rimangono impresse nella loro mente fin da subito e non riescono a lasciare quel pensiero. “Allora sono veramente così… “

Bisogna solo trovare il modo dolce di dire ciò che si deve dire per educarli e farli crescere, cercate di dire ordini e messaggi positivi: “Mi piacerebbe che tu fossi più ordinato” oppure “In questo azione hai un comportamento sbagliato” cerchiamo di spronare i figli a costruire e a credere in loro.

“Non ci sono i soldi per il giocattolo” è una frase che i nostri figli non possono comprendere ancora: se una persona non ha soldi, non compra ciò che vuole; se invece un soggetto ha soldi compra tutto quello che vuole. Meglio dare un significato corretto alle scelte che facciamo: il giocattolo c’è già a casa, la cioccolata fa male, ecc.

“Sbrigati!”, una frase che ripetiamo, io stessa, molto, troppo spesso, ma più la si dice e meno otteniamo. Diciamo che non comprendono cosa devono fare quando sentono questo comando, si sentono inadeguati, colpevoli, di peso quindi impariamo noi genitori a dare messaggi più chiari per loro, e i bambini hanno i loro tempi e quindi consideriamo di prepararci prima.11

Ricordiamo così che quando ci rivolgiamo ai nostri figli dobbiamo considerare loro capacità e le loro esigenze quindi comunichiamo con tranquillità e spieghiamo bene con calma le nostre ragioni: usiamo la parola che è un’arma potente…